lunedì 9 novembre 2020

Restaurare un dipinto ad olio

 


Il restauro di un quadro non è da considerarsi un gioco da ragazzi, nemmeno un modo per sperimentare ricette casalinghe o per sentito dire, in quanto prevede un lungo periodo di studio che va dalla storia dell'arte alla chimica. Ad esso si aggiunge la parte pratica, insostituibile, che costituisce le basi dell'esperienza: restaurare è pura manualità e sebbene i gesti, la tecnica, i materiali da utilizzare siano spesso gli stessi, ci sono molte variabili che necessitano di competenze precise e dell'occhio pratico che determina a volte scelte differenti. 
Purtroppo questo settore è da decenni riservato a pochi operatori. Insieme alla chiusura di molti antiquari per la grande battuta di arresto subita dal mercato dell'antico, le botteghe di restauro in cui si imparava il mestiere (dove ho avuto la fortuna ed il privilegio di iniziare il mio percorso) non esistono più. 
D'altronde, oggi, pochissimi decidono di investire nell'acquisto di un dipinto antico e soprattutto, chi ne possiede, rinuncia a far restaurare oggetti che potrebbero peggiorare le loro condizioni di conservazione di anno in anno.
Quelle opere invece potrebbero tornare alla bellezza originale e, da non sottovalutare, aumentare notevolmente di valore. 
Il restauro è inoltre il momento in cui decidiamo di aumentare la vita ad un'opera d'arte, ad un oggetto antico, eliminando danni e problemi dovuti agli agenti aggressivi che quotidianamente convivono nei nostri ambienti. 
Può esserlo semplicemente lo sbalzo di temperatura annuale per un dipinto o la presenza di tarli per un mobile.

Vorrei portarvi dunque alla consapevolezza che quel quadro, quella cornice, quel mobile, quella statuetta che si trovano a casa o in soffitta...siano anche dei primi decenni del '900 o forse prima, sono degni di osservazione, cura e valorizzazione da parte vostra.

Concentrando la nostra attenzione adesso sui dipinti da cavalletto, così si chiamano quelli che noi annoveriamo usualmente come "quadri" e dopo aver analizzato il retro come vi ho suggerito nell'articolo Potresti avere un quadro antico in casa, cominciamo a prendere in considerazione la superficie pittorica, quella che forse maggiormente ci interessa perchè la parte visibile e puramente estetica.

Se ci fossero tagli o rotture, quindi danni molto importanti della tela, non si può procedere in autonomia in quando il vostro dipinto comporta come fase iniziale il rinforzo della tela stessa, dal retro. E per ovviare a questi problemi spesso si opta per una foderatura completa del supporto, vale a dire l'aggiunta di un nuovo tessuto fatto aderire a quello antico con adesivi speciali (preparati dal restauratore) che consentiranno anche di ottenere una superficie pittorica perfettamente liscia e priva di fessure. 
Come si può vedere dall'immagine in basso, il dipinto ormai smontato dal telaio di legno, non è riconoscibile perchè protetto sul davanti e incollato al retro sulla nuova tela.
E questa è una delle operazioni più impegnative! La foderatura va fatta fare al restauratore e la sua corretta realizzazione può trasformare completamente i dipinti più danneggiati rendendoli subito dopo pronti per l'altrettanto delicata fase della pulitura. Appena rimontata la tela foderata sul telaio, spesso nuovo e con le stesse misure del precedente, si può iniziare a decidere con cosa eliminare quel sottile velo di nero che offusca e nasconde i veri colori del dipinto.

Mi dilungherò nel prossimo articolo con la descrizione accurata di questa operazione che, sebbene non facile, potreste tentare da soli seguendo passo passo le mie istruzioni. 
Intanto cominciate ad osservare da vicino quello che avete a casa! Se volete consulenza e consigli scrivetemi, inviando foto chiare del retro e della superficie dipinta con eventuali dettagli di firma e data. 

Cecilia Marzi




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