lunedì 16 agosto 2021

Cosa c'è dietro la Monna Lisa?


L'opera più copiata e più famosa al mondo, nascosta dietro uno spesso cristallo che la protegge dalla polvere e forse da qualche incausto gesto di malintenzionati...all'interno di una delle sale maggiormente affollate del Louvre, di dimensioni davvero piccole tanto da lasciare a bocca aperta quando la si va a vedere la prima volta, nasconde ancora chissà quanti aneddoti e curiosità che non siamo al momento in grado di comprendere.
Se soltanto si decidesse di farla restaurare, e non credo avverrà almeno per i prossimi anni, scaturirebbero così tante nuove informazioni che i critici d'arte potrebbero continuare a scrivere per decenni.
Il fatto è che l'aspetto a cui noi siamo abituati oggi non è lo stesso voluto da Leonardo nel 1500. Il volto aneddotico, le graziose mani e soprattutto il delicatissimo paesaggio che le fa da sfondo sono completamente nascosti dietro uno spesso strato di vernice bruna.
Quel velo trasparente a base di resine naturali che gli artisti stendevano uniformemente sui loro lavori per proteggerli e dare un tocco di uniformità ai colori troppo crudi e stridenti, oggi è un velo giallo bruno opaco che non consente più di vedere i colori come erano in origine.

Per aiutarci possiamo osservare la copia più fedele e coeva alla Monna Lisa di Parigi, realizzata probabilmente da un allievo di Leonardo e oggi  conservata al Prado di Madrid. Prodotta verosimilmente nella stessa bottega, con la supervisione del Maestro evidentemente per la presenza dello stesso identico paesaggio di fondo, mostra colori completamente differenti, in quanto sottoposta ad un intervento di restauro nel 2010 che ha eliminato le vernici ossidate superficiali, svelandone così i pigmenti originali.


E sono sicuramente quegli stessi colori utilizzati da Leonardo nella sua opera parigina, il cinabrese, l'azzurrite, le lacche e i bruni delle terre naturali che si fondono in tocchi inconfondibili di pennellate impossibili da decifrare, come solo lui sapeva fare nel lunghissimo lavoro di composizione delle sue tavole. Il medesimo paesaggio dai toni azzurri che ci aiuta a guardare fino in fondo regalandoci una prospettiva aerea, dove i toni più scuri scandiscono e scolpiscono le rocce più vicine per sciarirsi man mano che le montagne e le colline più dolci si allontanano.


Un trucco che tutti i pittori oggi conoscono ma che a quel tempo il Maestro toscano ebbe modo di codificare e lasciare ai posteri come paradigma delle sue teorie sulla prospettiva aerea.
La Gioconda di Madrid dunque ci consente di immaginare come potrebbe essere il vero aspetto dell'originale di Parigi e credo che dovremo accontentarci per parecchio tempo della nostra capacità di immaginazione perchè un restauro oggi della piccola tavola del Louvre significherebbe per i francesi aggiudicarsi feroci critiche poichè, per i più, equivarrebbe a perdere un simbolo iconico a cui siamo abituati e ancorati, quindi una certezza. Esattamente come avvenne per i restauri della Cappella Sistina, ancora criticati dopo 30 anni, nonostante la dovizia di spiegazioni e chiarezza fatte dall'équipe dei restauratori e chi mi conosce sa quanto mi dilunghi nella visita ai Musei Vaticani, sull'aspetto prettamente tecnico di essi.
Occorre ricordare quanto siamo legati all'abitudine di vedere le immagini celebri sempre alla stessa maniera e il loro cambiamento ci provocherebbe solo disorientamento e rifiuto.

Per indagare la bellezza di questo paesaggio leonardesco ho avuto il privilegio di trovarmi a maggio davanti all'originale...per molti riconoscibile nelle Balze del Valdarno, presenti anche nei suoi manoscritti raccolti nel Codice Leicester. Una serie di punte aguzze che fuoriescono da campi coltivati e boschi, creando file di forme diversificate fatte di sabbie e argille che l'artista ebbe modo di scoprire e studiare tanto da inserire in moltissime delle sue celebri opere. A trovarsi lì e immaginarlo intento a studiarne profili e profondità fa venire i brividi!


Un itinerario bellissimo che consiglio a chi vuole emozionarsi, per trascorrere qualche giorno nella vicina Val d'Ambra, a pochi chilometri da Siena, Firenze e Arezzo. 
Segnalo a tal proposito un bellissimo Agriturismo, all'interno di un antico casale ristrutturato, La Casa di Life, con caratteristici appartamenti e vista mozzafiato sulle vallate toscane circostanti. Siamo nel piccolo borgo di Cennina, un punto strategico per fare un tuffo nel passato e godersi le perle della natura e dell'arte Toscana.
Dal 24 al 26 settembre ci ospiterà per ripercorrere i passi di Leonardo e Piero della Francesca, nella vicina Arezzo, all'insegna della cucina toscana e del buon vino che non può mancare mai. Per informazioni scrivere a info@officinadelleartiantiche.it 







 

Il riciclo creativo di Anna

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