lunedì 24 gennaio 2022

Il made in Italy celebrato da Fendi

Lo scorso dicembre abbiamo avuto il piacere di visitare presso il Palazzo della Civiltà Italiana (noto anche come Colosseo quadrato) una splendida mostra nata con lo scopo di celebrare l’artigianato italiano.

 

 
 

Dal 2013 il palazzo ospita infatti la maison Fendi, la quale ha recentemente organizzato un’esposizione dal titolo “Hand in Hand” che ha permesso al pubblico di osservare da vicino l’iconica borsa Baguette reinterpretata secondo materiali e stilemi legati alle diverse tradizioni artistiche regionali italiane.


Il tema è sicuramente vezzoso e interessante e vogliamo condividerlo con voi. Cogliamo inoltre l’occasione per ringraziare il marchio Fendi per averci aperto le porte dandoci questa bellissima opportunità.

Il futuro che guarda al passato con ammirazione e devozione: all’interno di un’unica grande sala un lunghissimo tavolo da lavoro ci ha simbolicamente portati in giro per l’Italia mentre schermi ad alta risoluzione celebravano a rotazione le venti antiche tecniche regionali come il prestigioso tombolo aquilano e l’inimitabile tarsia sorrentina.

Ogni regione è stata rappresentata da una borsa modello Baguette (una particolare pochette dalla forma stretta ed allungata) accompagnata dal rispettivo corredo di materiali e attrezzi impiegati per la sua realizzazione, un pannello con approfondimenti e uno schermo su cui ammirare delle videoproiezioni degli artigiani all’opera. 

 


 

In circa un’ora siamo passati dal piccolo comune valdostano di Champorcher, in cui si tesse a mano la canapa, alla città di Trapani, nota per l’artigianato orafo e corallaio, passando per gli storici telai perugini e le botteghe marchigiane in cui si intrecciano sapientemente i rami di salice sin dal Rinascimento.

Abbiamo avuto la possibilità di ammirare da vicino la preziosa “granulatura” laziale, l’antica tradizione medievale della filigrana ligure, l’eleganza sinuosa della tecnica pugliese del pizzo “chiacchierino” e l’armonia delle spirali geometriche dei merletti di Isernia.

 

 

Siamo stati nel Varesotto per imparare le complesse tecniche di lavorazione della pelletteria, per poi spostarci nei laboratori di Udine dove la flora montana viene celebrata con piccoli e delicati ricami.  

Ci ha incuriosito tantissimo la tecnica del “Federkielstickerei” delle Alpi altoatesine, abbiamo scoperto la “pittura ad ago” piemontese ed è stato interessante constatare come in Toscana si possano creare borse senza cuciture.

Abbiamo viaggiato nel tempo, scoprendo gli antichi metodi calabresi di lavorazione delle fibre di ginestra e imparando come in Veneto telai del XIX secolo danno forma ancora oggi al ricco broccato veneziano. 
 

 

È stato interessante infine ammirare il perfetto equilibrio tra tessuto e decorazioni, come nell’elegante bicromia della pregiata lana sarda o nell’accostamento lucano tra il lino naturale e le vivaci cromie dei fiori selvatici.

Ovviamente non vi neghiamo di essere rimaste piacevolmente stupite dalla sofisticata  leggerezza della borsa che celebrava il mosaico ravennate.

 

 

Al termine di questa strepitosa esperienza ci sarebbe piaciuto molto poter parlare con gli artisti e gli artigiani, che tuttavia per ovvi motivi di sicurezza non erano fisicamente presenti: cogliamo quindi l’occasione per ringraziarli e complimentarci con tutti loro per la passione e la dedizione profusa in ogni singolo dettaglio. 

 

 

Testo e foto a cura di Giovannina Annarumma




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